Il testo è tratto da Orba (torrente) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

In Piemonte il torrente è tristemente noto per il terribile disastro alluvionale avvenuto il 13 agosto 1935. Dopo mesi di prolungata siccità il giorno 13 un'eccezionale precipitazione (da 350 a 550 mm in appena 8 ore), interessò quasi tutto l'alto bacino del fiume causando imponenti onde di piena sia dell'Orba che degli altri suoi affluenti. A monte del comune di Molare sul bacino artificiale del lago di Ortiglieto (nato 10 anni prima dallo sbarramento del corso del fiume

all'altezza del Bric Zerbino con una grossa diga principale e da un'altra diga secondaria sull'adiacente cresta rocciosa di sella Zerbino) a causa di alcuni gravi errori di progettazione degli scarichi della diga principale, il livello del lago salì enormemente riempendosi sino all'orlo e tracimando oltre la cresta di entrambe le dighe per oltre 2 metri di altezza. In breve tempo la forte erosione dell'acqua scalzò la base della diga secondaria che dopo poco cedette di schianto.



Un muro d'acqua precipitò dunque dalla cresta di Sella Zerbino riversandosi conseguentemente nel sottostante letto dell'Orba (già pesantemente in piena), creando un'onda di piena alta 20 metri e ampia dai 2.500 – 3.000 m³/s (un valore di portata millenario per l'Orba) che correndo furiosa a valle spazzò via decine di manufatti civili e abitazioni tra i quali la stessa centrale elettrica, lesionò brutalmente i ponti del comune di Molare e devastò pesantemente un popoloso quartiere della cittadina di Ovada (AL). Da qui l'Orba accresciuto ancora degli apporti di piena degli affluenti Stura e Piota, (le precipitazioni straordinarie avevano infatti interessato anche tutti gli affluenti dell'Orba) proseguì a valle con un'ampiezza di 4.000 m³/s devastando tutto il fondovalle e le campagne sino alla confluenza con il fiume Bormida presso Alessandria. L'imponenza della piena fu tale da riuscire a causare addirittura un grosso rigurgito sino nel fiume Tanaro che tracimò andando così ad allagare molte abitazioni presso la confluenza con la Bormida, vicinissimo alla zona urbana di Alessandria. Le perdite umane di questa immane tragedia furono 115 di cui ben 97 nel solo comune di Ovada.

Il letto del fiume fu sconvolto dall'evento tanto che nel punto in cui avvenne il crollo della diga secondaria di Sella Zerbino (quella principale rimase in piedi) l'Orba erose di decine di metri la stessa cresta rocciosa scavandosi un nuovo letto e abbandonando quello sbarrato dalla diga principale (a tutt'oggi ancora esistente).